Manager, dipendenti e consulenti collaborano ormai sempre più spesso da remoto, organizzati in team geograficamente distribuiti, questo vale in particolare per le grandi aziende ma, sempre più di frequente, anche per le PMI. La pandemia, ed il forzato Smart Working che ha comportato, hanno semplicemente accelerato un percorso già tracciato. Le nuove abitudini di lavoro ibride, che prevedono la possibilità di operare indifferentemente da casa o in ufficio, è ormai certo che rimarranno la norma anche negli anni a venire.
Il concetto stesso di ufficio, tradizionalmente concepito come scrivania fissa, appare ormai superato, sostituito da digital workplace e piattaforme di collaborazione. I dati del Politecnico di Milano parlano chiaro: durante il lockdown del 2020 le persone che lavoravano da remoto hanno superato quota 6,5 milioni e nello scenario attuale si attestano comunque oltre i 5 milioni. Nell’ultimo anno, secondo i dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, si è registrato un aumento considerevole (+45%) nell’uso di strumenti di collaboration per sostenere i nuovi modelli di lavoro flessibile. Web conference e chat erano già adottati dal 52% delle PMI prima del 2020, ma oggi a utilizzarli sono ben 3 aziende su 4. In aumento anche la quota di PMI (75%) che utilizza strumenti di file sharing, anche se le piattaforme più strutturate di gestione documentale appaiono ancora poco diffuse. Anche le piccole e medie imprese, quindi, hanno ormai compreso l’importanza della virtualizzazione degli strumenti di lavoro come condizione fondamentale non solo per consentire al dipendente di essere operativo indifferentemente da casa o dall’ufficio ma anche (e soprattutto) per potenziare la dimensione del lavoro in team.
Non tutti sanno che vi sono collaboration suite open source, dove non ci sono costi ad utente o licenze varie, l’unico canone che dovrai pagare sarà l’hosting oppure l’hardware che deciderai di acquistare per far girare questo prodotto.
Una collaboration suite che ci sentiamo di consigliare è Nextcloud, prodotto di cui abbiamo già parlato qui, consigliamo anche l’hosting ed il supporto tramite il fornitore otts.it il quale offre soluzioni di hosting in cluster kubernetes garantendo l’alta affidabilità del servizio e per grosse installazioni lo scaling su più nodi.
Quanto si risparmia con Nextcloud?
Facciamo un rapido confronto con una soluzione Microsoft, facciamo finta di comprare licenze Microsoft 365 business basic (il piano base 5,10 euro) x 100 utenti, il costo annuo è di 6120 euro.
Una soluzione Nextcloud con hosting di 1tb di spazio cloud, uguale al piano microsoft sopra citato per avere una comparazione adeguata, configurata per ospitare 100 utente costa circa 3600 euro all’ anno.
Come potete vedere da questi conteggi fatti a spanne il risparmio è circa del 50% con una soluzione open source.
Nextcloud in azienda, i vantaggi:
tenere traccia dell’andamento di singoli task
inviare automaticamente aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei task agli interessati
gestire flussi di operazioni in cascata
offrire spazi virtuali comuni in cui condividere documenti
abilitare forme di discussione online tenendone traccia
condividere contatti e calendari
garantire livelli di riservatezza dei dati
condivisione dinamica delle risorse
centinaia di app integrate
possibilità di creare app customizzate
possibilità di avere una gestione distribuita dei file
Consigliamo per le attività di migrazione di rivolgersi sempre a una società di consulenza che opera con professionisti del settore.
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